Il bambino è un soggetto complesso, in quanto si trova in un continuo processo di crescita ed evoluzione. È quindi fondamentale riconoscere tempestivamente eventuali condizioni patologiche e saperle distinguere dalle normali tappe fisiologiche dello sviluppo. Per questo motivo, è essenziale una stretta collaborazione tra i vari professionisti del settore, dal pediatra al fisioterapista.
A partire dall’età scolare, è consigliata una valutazione specialistica, soprattutto se in famiglia sono presenti precedenti che possano indicare una predisposizione a determinate problematiche.
Spesso sono i genitori i primi a notare segnali di allarme, come un’andatura insolita, un appoggio anomalo del piede, episodi di dolore o un’eccessiva irrequietezza del bambino.
Mia figlia ha avuto una fase pre-partum lenta, complicata da una posizione anomala e costretta del capo durante la fase espulsiva nel canale del parto.
Camilla, all’età di cinque anni, ha iniziato a fare danza, proprio come molte delle sue amichette e coetanee. Ancora oggi pratica questa attività con grande entusiasmo e passione.
L’esuberanza che la distingue, perché buon sangue non mente, ha fatto sì che un giorno, all’età di sei anni e mezzo circa, durante uno dei tanti salti e prove coreografiche fatte a casa anche un po’ per gioco, cadesse dal divano sul tappeto scaricando il peso del corpo sulla testa.
Alla fine della prima lezione di danza seguita dopo il trauma, Camilla mi ha detto di avvertire un forte dolore ogni volta che si appoggiava sul piede destro, dolore che si intensificava durante il passo. Essendo fisioterapista, la cosa mi ha insospettito, poiché i test differenziali classici per l’arto inferiore e il piede, insieme a un esame fisico generale, non rilevavano alcuna anomalia.
Data la tipologia del trauma distorsivo alla cervicale, considerando sia quello pregresso legato al parto che quello recente dovuto alla caduta, ho subito pensato di riesaminare la posizione della prima vertebra cervicale, la muscolatura del collo e l’apertura della bocca. Mia figlia presenta uno sviluppo tardivo della dentizione, con sovraffollamento degli elementi e palato stretto, ma senza deviazione mandibolare.
La sua postura è caratterizzata da iperlordosi e scapole alate. Inoltre, il laser del sistema di misura che utilizziamo per la valutazione posturale ha evidenziato un’inclinazione del bacino e un carico asimmetrico.
Ho incoraggiato Camilla a fidarsi del suo papà, spiegandole, con parole semplici adatte a una bambina, quanto sia importante stare bene e intervenire precocemente quando si riscontrano dei problemi. Le ho detto che, proprio come avviene in natura per tutti gli esseri viventi che devono crescere e svilupparsi, anche il nostro corpo ha bisogno di attenzioni, esattamente come le piante.
"Nulla di grave" le ho detto, "ma il tuo papà ha sentito con le dita che i muscoletti del collo si sono induriti più da una parte, spingendo l’Atlante leggermente fuori posto".
Con poche sequenze vibratorie dolci, eseguite per qualche secondo con lo strumento per la correzione dell'Atlante, le tensioni si allentarono, favorendo il riposizionamento fisiologico della vertebra.
Ovviamente è inutile negare che un po’ di fastidio lo abbia sentito durante la pressione. Il suo "eh cacchio però Pa!!" accompagnato da una pacca sul mio testone ne fu la conferma.
Nel giro di circa otto ore, la sintomatologia dolorosa nella parte esterna del piede diminuì, per poi scomparire del tutto nel giro di un paio di giorni. Nel mese successivo, Camilla riuscì a partecipare al saggio di danza senza alcun problema fisico e, anzi, proprio in quell’occasione notai che l’iperlordosi lombare e l’ipercifosi dorsale erano migliorate.
Davide Colombo