La rettilineizzazione del rachide cervicale come nessuno ti spiega

Una colonna vertebrale sana presenta tre curve che le conferiscono resistenza e flessibilità. Alterazioni in queste curve, sia in termini di riduzione che di enfatizzazione eccessiva, possono scatenare vari disturbi che incidono negativamente sull'intero organismo. Nello specifico, la lordosi cervicale rappresenta la curvatura localizzata nella parte superiore della colonna vertebrale.

Rettilineizzazione del rachide cervicale

Nel settore della salute, molti si concentrano esclusivamente sull'alleviare il dolore, dimenticando che esso rappresenta solo un segnale di un malfunzionamento più profondo. Trattare unicamente il dolore equivale a coprire con un cerotto una ferita estesa e profonda che sanguina copiosamente, illudendosi che il problema in questo modo sia risolto. In realtà, è essenziale indagare e affrontare le cause sottostanti per garantire una soluzione duratura.

La differenza sostanziale tra coloro che si limitano a intervenire sui sintomi e chi invece elimina efficacemente la causa, risiede nel fatto che i primi combatteranno inevitabilmente con la ricomparsa del dolore, che oltretutto tenderà ad intensificarsi nel tempo.

Vogliamo aiutarti a prendere coscienza e offrirti un approccio radicalmente diverso: risolvere il problema alla radice, ripristinando una curvatura cervicale sana e fisiologica. Questo è essenziale per il corretto funzionamento dell'intera colonna vertebrale e porterà, come naturale conseguenza, alla scomparsa del dolore.

Che cosa è la rettilineizzazione del rachide cervicale?

La rettilineizzazione del rachide cervicale, conosciuta anche come rettificazione della lordosi cervicale, perdita della lordosi cervicale, perdita della fisiologica lordosi o verticalizzazione cervicale, descrive una condizione in cui il collo si presenta eccessivamente dritto, perdendo la sua naturale curvatura fisiologica.

Devi sapere che la rettilineizzazione del rachide cervicale è una condizione reversibile, purché si adottino le corrette contromisure.

Rettilineizzazione del rachide cervicale e vertebra Atlante

La rettilineizzazione del rachide cervicale e la vertebra Atlante disallineata sono tematiche strettamente correlate. Mentre in altre sezioni del sito vengono analizzate le cause e gli effetti del disallineamento dell'Atlante sulla postura, qui ci focalizziamo sulle conseguenze dell'avere un collo eccessivamente dritto o con una curvatura invertita rispetto alla sua fisiologia naturale e su come risolvere questo problema.

Un Atlante disallineato è in grado di esercitare una pressione anomala sui nervi e vasi sanguigni nella zona circostante alla vertebra ruotata. Nel caso in cui l'Atlante sia posizionato eccessivamente in avanti su entrambi i lati, le vertebre sottostanti tenderanno a seguirne il movimento, provocando la rettilineizzazione del rachide cervicale. Questa condizione ha ripercussioni ancora più gravi rispetto a quelle indotte dalla sola rotazione dell'Atlante. I due tipi di malposizionamento possono sommarsi /sovrapporsi, ovvero l'Atlante può essere spostato globalmente troppo in avanti rispetto alla sua posizione fisiologica ideale, ma anche ruotato attorno al proprio asse o traslato lateralmente.

Il rapporto tra la posizione dell'Atlante e la curvatura del collo è strettamente bidirezionale: se il collo diventa eccessivamente diritto in risposta a squilibri sottostanti, ciò comporterà inevitabilmente un avanzamento statico della prima vertebra; allo stesso modo, se l'Atlante è anteriorizzato, ciò influenzerà la conformazione del collo, rendendolo più rettilineo. Questi due problemi si sviluppano in tandem e tendono a presentarsi congiuntamente. In altre parole, un'alterazione nella posizione dell'Atlante spesso coincide con un cambiamento nella curvatura naturale del collo, e viceversa. Questa interdipendenza evidenzia l'importanza di considerare sia la posizione dell'Atlante, sia la conformazione generale del collo, per un approccio efficace e duraturo.

La condizione di Atlante anteriorizzato può indurre una compressione bilaterale della vena giugulare, riducendo drasticamente il deflusso vascolare. Dal momento che il flusso venoso rappresenta anche la principale via di drenaggio del liquor (liquido cerebrospinale), tale compressione può innescare una reazione a catena con ripercussioni negative su diversi fronti, inclusi quelli di natura neurologica.

Il liquido cerebrospinale circola intorno al cervello e al midollo spinale, svolgendo funzioni essenziali come la protezione meccanica dalle sollecitazioni esterne e la rimozione dei prodotti metabolici di scarto. Qualsiasi ostacolo al suo normale flusso può determinare un aumento della pressione intracranica e una ridotta eliminazione delle tossine, con potenziali impatti negativi sul funzionamento del sistema nervoso centrale.

Non dobbiamo stupirci di avere mal di testa, emicranie, vertigini e molti altri disturbi, se il sangue non può defluire liberamente dalla cavità cranica, impedendo la corretta eliminazione dei prodotti di scarto!

Eppure la medicina parla di malattie neurologiche inguaribili invece di tenere conto del cervello che nel corso del tempo diventa una sorta di immondezzaio. Se paragoniamo il corpo umano a un acquario, la medicina pretende di somministrare sostanze chimiche ai pesci, continuando a lasciarli nuotare nei loro stessi escrementi, anziché optare per la soluzione più semplice e logica, ovvero quella di rinnovare l'acqua dell'acquario!

Transitorio verso costante

Per comprendere appieno il problema, è essenziale capire la differenza tra una condizione momentanea e una permanente. Una condizione che persiste COSTANTEMENTE ha un impatto significativamente diverso rispetto a un evento TRANSITORIO.

Quando si flette il collo, i muscoli esercitano una pressione momentanea sui nervi e sui vasi sanguigni circostanti. Questo tipo di sollecitazione è generalmente tollerata senza conseguenze negative, poiché è dinamica, variabile e di breve durata. Non appena il collo ritorna in posizione neutra, le compressioni cessano.

Diversamente, se la postura cervicale a riposo si allontana in modo permanente dall'ideale, le compressioni diventano costanti e finiscono per alterare il flusso dei fluidi corporei e dei segnali nervosi (disturbi vagali). In queste circostanze, il corpo cerca di adattarsi stabilendo un nuovo equilibrio. Tuttavia, tale adattamento può avere diverse conseguenze, spesso negative, sull'equilibrio e il funzionamento generale del corpo.

Lista dei disturbi e sintomi da rettilineizzazione cervicale

Se il processo della perdita della lordosi cervicale si protrae per lungo tempo, senza intervenire in modo appropriato per correggerla, è altamente probabile ritrovarsi con un rachide cervicale verticalizzato o addirittura invertito.

Queste sono alcune delle conseguenze:

Disturbi e sintomi da rettilineizzazione cervicale

Cosa causa la perdita della lordosi cervicale?

La perdita della lordosi cervicale si instaura a seguito di uno squilibrio tra le catene muscolari anteriori e posteriori della colonna vertebrale, talvolta associato a una lassità dei legamenti di alcuni segmenti vertebrali. La perdita della lordosi è spesso il risultato adattativo di un disallineamento, di uno squilibrio o di un danno localizzato a monte (nella parte superiore) o a valle (nella parte inferiore) della colonna vertebrale. Il rachide cervicale è inscindibilmente legato al movimento della parte dorsale e lombare e viceversa. Questo implica che qualsiasi alterazione o squilibrio in una di queste aree può influenzare direttamente le altre. Ad esempio, un problema nella zona lombare può innescare una reazione a catena ascendente che porta a un cambiamento nella curvatura cervicale. Simili interdipendenze possono manifestarsi analogamente anche in altre direzioni.

La causa della rettilineizzazione del collo può essere multifattoriale, ossia possono coesistere diversi fattori scatenanti o aggravanti contemporaneamente che contribuiscono alla condizione. Questi vanno esaminati singolarmente e se presenti vanno corretti, prima di poter recuperare la curvatura fisiologica del rachide cervicale.

Verticalizzazione del rachide cervicale dopo colpo di frusta
colpo di frusta
instabilità o rottura legamentosa cervicale
vertebra Atlante C1 disallineata e anteriorizzata
catene muscolari sbilanciate, atrofizzate o mai sviluppate
malocclusione dentale con mancanza di dimensione verticale
coccige lussato in circa 25% dei casi (fonte Prof. Daniele Raggi)
uso eccessivo di apparecchi elettronici mantenendo una postura inadeguata

Come mostrano le seguenti animazioni, quando la cervicale è rettificata, l'Atlante si trova costantemente in una posizione troppo avanzata, simile a quella che normalmente si assume piegando la testa in avanti e tirando il mento verso il petto. Si tratta di una posizione transitoria che diventa permanente. Questo stato provoca una pressione anomala e costante sulle strutture interne del collo.

Rettilineizzazione del rachide cervicale
Rettilineizzazione del rachide cervicale e vertebra Atlante

Perdita della lordosi cervicale e mandibola

Se simultaneamente sono presenti anche problematiche mandibolari, come un morso profondo e quindi una mandibola arretrata, la situazione si aggrava ulteriormente a causa della pressione esercitata posteriormente dal condilo mandibolare, che comprime l'articolazione temporo-mandibolare. A lungo andare l'articolazione si degenera, senza contare i danni che provoca alle strutture circostanti.

L'altezza dei denti (dimensione verticale dell'occlusione dentale) determina la posizione spaziale della mandibola rispetto al cranio, dunque per correggere stabilmente la posizione arretrata della mandibola, è cruciale ristabilire un'occlusione dentale corretta, assicurandosi che le altezze delle arcate dentali siano adeguate. I trattamenti focalizzati esclusivamente sui muscoli, possono offrire solo un sollievo sintomatico e temporaneo. Senza un adeguamento dell'occlusione e delle altezze delle arcate dentali, il problema tende a persistere.

Rettilineizzazione del rachide cervicale e mandibola deviata

Come avviene la perdita della lordosi cervicale?

Si differenziano 2 condizioni per cui questo accade:

  • si insinua progressivamente nel tempo a causa di cattive abitudini posturali
  • si manifesta a seguito di eventi traumatici come un colpo di frusta, una caduta, o l'intubazione durante un intervento chirurgico in anestesia generale.

I casi di perdita della lordosi cervicale stanno aumentando in modo significativo, suggerendo che negli ultimi anni si sono instaurate nuove e diffuse abitudini posturali dannose.

Al giorno d'oggi, è diventato normale trascorrere molte ore davanti a display di computer portatili e smartphone. Questa pratica è diventata talmente diffusa, da essere diventata la principale responsabile dell'aumento dei casi di rettilineizzazione cervicale e di una nutrita serie di altri problemi medici associati. La postura scorretta indotta dall'uso prolungato di dispositivi, con il collo inclinato in avanti e verso il basso, contribuisce alla perdita della curvatura naturale del rachide cervicale, provocando ripercussioni negative sulla salute generale.

Il 29 giugno 2007, Steve Jobs presentò il primo iPhone, segnando l'inizio di una nuova era tecnologica ma anche la fine della nostra salute cervicale.
Perdita della fisiologica lordosi

Il termine "collo tecnologico" descrive i danni che possono insorgere a livello del collo, della colonna vertebrale e della postura generale a causa dell'abitudine di fissare uno schermo per lunghi periodi, mantenendo il collo piegato in avanti.

Non solo l'acuità visiva può deteriorare significativamente, a beneficio dei venditori di occhiali e lenti a contatto che hanno conosciuto un'espansione del loro mercato, ma anche l'assetto cervicale subisce delle conseguenze dovute al mantenere il collo piegato in avanti e verso il basso per troppe ore al giorno.

La conseguente miopia e altri difetti visivi aggravano ulteriormente la situazione, creando un circolo vizioso: i deficit visivi inducono infatti a compensare, inclinando e avvicinando la testa allo schermo per vedere meglio, modificando la postura in maniera ancora più sfavorevole.

Sebbene un uso moderato di computer e cellulari non provochi necessariamente effetti negativi, è essenziale mantenere una buona postura durante l'utilizzo. L'effetto cumulativo di trascorrere molte ore davanti a uno schermo, giorno dopo giorno, può effettivamente essere deleterio, aumentando la probabilità di perdere la corretta curvatura del rachide cervicale. La recente diffusione dello smartworking o lavoro da remoto, ha ulteriormente esacerbato il problema, poiché molte persone trascorrono ancora più tempo sedute e inclinate sui loro dispositivi in ambienti domestici, spesso meno ergonomici rispetto agli uffici tradizionali.

Se non puoi fare a meno di guardare nello schermo per molte ore al giorno, è importante adottare per lo meno misure per minimizzare l'impatto negativo sulla postura. È consigliabile posizionare lo schermo all'altezza degli occhi, evitando di inclinare il collo e la testa in avanti. Lavorare su un computer portatile appoggiato direttamente sul tavolo, costringe il collo a mantenere una posizione non ottimale. Idealmente, dovresti utilizzare un monitor esterno di dimensioni adeguate, posizionato a un'altezza e una distanza tali da consentire una postura eretta e rilassata. Cerca inoltre di ridurre al minimo le attività svolte sul telefono cellulare.

Un grammo di prevenzione vale quanto un chilo di cura.

Abituati a tenere lo smartphone all'altezza degli occhi invece di piegare la testa per guardarlo. Quando lavori al computer, posiziona la parte inferiore del monitor all'altezza degli occhi o più in alto. Se utilizzi un computer portatile, puoi investire in una tastiera wireless o collegare un secondo monitor per evitare di dover abbassare lo sguardo.

Verticalizzazione del rachide cervicale e postura

Un telefonino, un tablet o un laptop senza un monitor esterno adeguato, vanno bene per un uso occasionale durante la giornata ma non certo per lavorare o ancor peggio, per giocare molte ore al giorno. Dopo alcuni anni di postura malsana, con la testa inclinata costantemente verso il basso, sia la vista che il collo subiranno inevitabilmente gravi conseguenze.

Se pensi di risparmiare, optando per display striminziti e a basso costo, non idonei ad essere usati per molte ore, considera quanto dovrai spendere per la tua salute quando il tuo collo si sarà degenerato, diventando fonte di preoccupazione e di dolore cronico.

Questa è infatti la dura realtà odierna:

Una volta che il collo è diventato troppo diritto o addirittura inverso, sarà molto difficile trovare qualcuno in grado di correggere efficacemente il problema. Se la rettilineizzazione non viene affrontata e risolta, il collo rischia di deteriorarsi irreparabilmente. Ci si rende conto di questo solo quando ormai è tardi.

Uno stile di vita sedentario è in contrasto con la natura dinamica della colonna vertebrale. Trascorrere lunghi periodi di tempo senza muoversi, irrigidisce l'apparato muscolo-scheletrico. Questa rigidità causa dolenzia muscolare, interferisce con una buona circolazione sanguigna e aumenta la predisposizione alle lesioni.

Se hai un lavoro d'ufficio, che richiede di passare lunghi periodi di tempo seduto e con lo sguardo rivolto ad un monitor, è molto importante intervallare delle pause per alzarti, muoverti, fare stretching. L'attività fisica regolare al di fuori del lavoro è altrettanto importante per mantenere il corpo attivo e flessibile, migliorando la salute e il benessere generale.

La tua salute futura dipende fortemente da queste semplici ma fondamentali abitudini. In rete puoi trovare innumerevoli video con esercizi di stretching da ufficio.

Bambini, computer e telefonini

Tra i giovani, i problemi alla colonna vertebrale stanno diventando sempre più endemici. Invece di dedicarsi ad attività all'aria aperta, molti trascorrono il loro tempo davanti a uno schermo, situazione che impedisce lo sviluppo armonico del corpo e dei muscoli mediante un sano esercizio fisico.

Questa tendenza contribuisce in maniera decisiva alla debolezza sia fisica che mentale. Stiamo allevando una generazione di debosciati afflitti da seri problemi di salute. Se a questo si aggiunge una pessima dieta a base di zuccheri e bevande energetiche, prepariamoci ad avere una generazione di zombi privi di vitalità e motivazione, incapaci di affrontare le sfide della vita. Cosa stanno facendo i genitori per impedirlo?

Quali sono le conseguenze a lungo termine della perdita della lordosi cervicale?

Sebbene una temporanea perdita della lordosi cervicale possa essere tollerata senza conseguenze immediate, gli effetti a lungo termine di questa condizione possono avere un impatto deleterio sull'intero sistema muscolo-scheletrico, compresi i dischi intervertebrali. Vivere per lunghi periodi con una curvatura del collo appiattita o addirittura invertita, porta a cambiamenti strutturali e funzionali nei legamenti, nelle vertebre e nei dischi intervertebrali. Queste strutture possiedono una certa plasticità, il che significa che, se sottoposti a un carico costante nel tempo, possono cambiare la loro struttura e deformarsi.

Mentre i muscoli possiedono la capacità di contrarsi o allungarsi per poi tornare alla loro forma originale senza subire modifiche significative o danni permanenti, i cambiamenti di forma e costituzione che coinvolgono legamenti e dischi intervertebrali richiedono tempi molto più lunghi e interventi specifici per essere ricondizionati. Per questo motivo, generalmente è più facile ripristinare la lordosi cervicale in un individuo giovane, che non ha vissuto per anni con una postura scorretta.

I dischi della colonna vertebrale richiedono movimento regolare per rimanere sani. Quando la curvatura naturale del collo si altera, si modifica anche il movimento dei singoli segmenti spinali. Questo porta i dischi a subire una costante distribuzione anomala della pressione, causando la loro progressiva perdita di volume. Come conseguenza, alcuni segmenti della colonna vertebrale smettono di muoversi correttamente, mentre altri cominciano a muoversi eccessivamente, compromettendo la stabilità dell'articolazione. Tale squilibrio, unito a un aumento del carico e a una riduzione della mobilità, può accelerare il processo di degenerazione dei dischi.

La rettilineizzazione cervicale è spesso associata alla presenza di ernie e protrusioni discali.

La colonna vertebrale diventa più debole e vulnerabile quando perde le curve che le conferiscono resistenza e flessibilità. Le persone che hanno perso la fisiologica lordosi del collo sono più esposte al rischio di lesioni gravi in caso di traumi, come incidenti automobilistici, cadute da grandi altezze o colpi alla testa con oggetti pesanti. In questi scenari, una colonna vertebrale priva delle sue curve naturali non è altrettanto efficiente nel distribuire in modo adeguato le forze meccaniche, rendendo l'individuo più vulnerabile ai danni.

La curvatura fisiologica della colonna cervicale gioca un ruolo cruciale nel mantenimento dell'integrità strutturale e funzionale del collo. La perdita di questa curvatura, può significare che le sollecitazioni meccaniche sulle faccette articolari e i dischi intervertebrali interposti, aumentano da 5 a 10 volte rispetto alla norma. Tale incremento del carico per unità di superficie su queste strutture, può accelerare il loro deterioramento, portando alla degenerazione della colonna cervicale. Questo processo degenerativo causa una varietà di sintomi invalidanti che però raramente vengono associati alla mancanza di curvatura cervicale. La comprensione di questo meccanismo sottolinea l'importanza della prevenzione al fine di preservare la salute della colonna vertebrale.

Quando la curvatura naturale del collo, che aiuta a distribuire in modo uniforme il peso della testa, si riduce o si perde, i muscoli del collo e delle spalle devono compensare con uno sforzo maggiore per sostenere la testa. Questo sovraccarico può portare, a sua volta, tensione muscolare e dolore, con il rischio di sviluppare contratture muscolari croniche. Le contratture non solo limitano il movimento e intensificano il dolore, ma aumentano anche la pressione sui dischi intervertebrali. Tale pressione aggiuntiva, accelera il processo di degenerazione dei dischi, innescando un ciclo di dolore e deterioramento della colonna vertebrale che può influenzare significativamente la qualità della vita.

Quando un disco intervertebrale si rompe a seguito di una prolungata fase di degenerazione, provocata da costanti forze di compressione non uniformi, il disco può protrudere nell'area del canale spinale da cui fuoriescono i nervi, provocando dolore e intorpidimento che si irradia alle braccia o rispettivamente alle gambe, nel caso di ernie discali lombari.

Sebbene vi sia la credenza diffusa che le cause di una protrusione o di un'ernia del disco cervicale siano da ricondurre al sollevamento di pesi o ad attività lavorative gravose, il vivere per anni con una colonna vertebrale rettilineizzata è molto più decisivo.

Se paragonassimo le vertebre a due fette di pane e il disco intervertebrale che le divide alla maionese, esercitando una pressione eccessiva sul panino, la maionese finirebbe sui vestiti. La medicina, in una visione miope, si limiterebbe a incolpare la maionese per le macchie sui vestiti, anziché riconoscere l'eccessiva pressione come la vera causa. Questo semplice esempio evidenzia un paradigma frequente: ciò che è in realtà vittima delle circostanze viene erroneamente percepito come responsabile del problema.

Il concetto spesso sottovalutato e difficile da afferrare per molti è il seguente: una postura ideale compromessa e il risultante sbilanciamento permanente, portano alcune ossa dello scheletro a posizionarsi staticamente in maniera impropria. Questo disallineamento non solo limita il corretto movimento delle ossa dal punto di vista dinamico, ma esercita anche una pressione costante sui tessuti molli circostanti. In aggiunta, le catene muscolari squilibrate si irrigidiscono e diventano ipertoniche, esercitando a loro volta ulteriori pressioni anomale e continue sui tessuti adiacenti, inclusi nervi, vasi linfatici e vasi sanguigni. Questa situazione dà vita a un circolo vizioso di disfunzioni che si alimentano reciprocamente, aggravando il quadro clinico.

Dove prima esisteva abbastanza spazio per la coesistenza armonica delle varie componenti anatomiche, ora alcune strutture si trovano confinate in aree ristrette, situazione particolarmente critica per i tessuti più delicati quali nervi e vasi sanguigni. Il normale flusso dei liquidi corporei viene rallentato, con tutte le conseguenze che puoi immaginare. In questa condizione, il corpo di certo non può funzionare correttamente e quindi sviluppa sintomi e disturbi. La soluzione più razionale e efficace consiste nell'intervenire per ripristinare gli spazi adeguati, riacquistando una postura più vicina a quella ideale e minimizzando le contratture muscolari.

In sostanza il problema è concettualmente semplice: si tratta di ristabilire ordine, assicurando che ogni elemento sia nel posto che gli spetta. Nel corpo umano, così come negli aspetti della vita, le difficoltà emergono nel momento in cui un elemento tenta di invadere lo spazio di un altro. Questo rappresenta l'INIZIO del problema, ed è anche il punto che deve essere corretto. Tuttavia, l'attenzione si focalizza spesso sul DOPO, ovvero si cerca di mitigare gli effetti piuttosto che affrontare la causa originaria, ovvero il PRIMA. La situazione iniziale, in cui l'invasione dello spazio vitale ha inizio, viene trascurata, nonostante sia il momento cruciale da cui tutto scaturisce.

Quindi, affrontare il problema alla radice diventa essenziale; senza ciò, una soluzione definitiva resta fuori portata. Non dovrebbe sorprenderci se il corpo inizia a malfunzionare quando le sue vie di approvvigionamento sono compresse in più punti e i segnali nervosi vengono alterati. La vera sorpresa, semmai, sta nel vedere come alcuni corpi riescano ancora a funzionare discretamente, nonostante queste condizioni avverse. Questa straordinaria adattabilità riflette la resilienza del corpo umano, ma evidenzia anche l'importanza di identificare e correggere le cause primarie dei disturbi, piuttosto che limitarsi a trattare i sintomi che ne derivano. La prevenzione viene troppo spesso trascurata, si cerca di correre ai ripari quando ormai è troppo tardi.

La metafora del piede sul tubo dell'acqua descrive efficacemente come un impedimento costante possa compromettere il corretto funzionamento di un sistema. Se tieni il piede sul tubo dell'acqua ogni volta che annaffi il giardino, non sorprenderti se il tuo giardino si secca. Analogamente, molte persone sono ignare che un'alterazione della postura limita la propria "circolazione vitale", che si tratti di flusso sanguigno, trasmissione nervosa o altri processi fisiologici fondamentali. Invece di identificare e rimuovere l'ostacolo - ovvero "togliere il piede dal tubo" - si accontentano di applicare soluzioni inadeguate suggerite dai medici, che non solo si rivelano inefficaci nel risolvere il problema, ma spesso contribuiscono ad aggravare ulteriormente la situazione. Questa analogia sottolinea quanto sia importante che la persona colpita comprenda da sola e a fondo le cause reali del proprio problema, così da poter scegliere consapevolmente approcci terapeutici mirati a risolvere la radice del disturbo, invece di limitarsi a gestirne i sintomi.

Curva cervicale invertita

Una condizione ancor più grave rispetto al collo eccessivamente dritto è il collo con la curvatura invertita. È importante comprendere che i sintomi possono intensificarsi durante il percorso di ripristino di una curva invertita. Questo peggioramento apparente potrebbe indurre erroneamente a credere che la situazione stia ulteriormente deteriorando, portando a interrompere le misure intraprese per affrontare l'inversione. Tale fenomeno si verifica poiché il rachide cervicale deve attraversare una fase critica in cui torna a essere rettilineizzato, prima di potersi curvare nuovamente in avanti e riprendere la sua naturale curva fisiologica. Durante questa fase transitoria, il rachide risulta più esteso e sottoposto a una maggiore tensione, che può accentuare i sintomi percepiti.

La sequenza è: collo con curvatura invertita → collo rettilineo → collo con curvatura in avanti fisiologicamente corretta.

Nel processo di correzione di un collo con curvatura invertita, è inevitabile attraversare questa fase intermedia. Questo processo è paragonabile a quello di un motore a combustione interna, in cui il pistone deve raggiungere il punto morto superiore per consentire alla biella di discendere dall'altro lato dell'albero a gomiti.

Un collo diritto è più lungo di uno curvo

Sintomi verticalizzazione del rachide cervicale

Un collo diritto risulta più "lungo" rispetto allo stesso collo con una normale curvatura lordotica. Puoi verificarlo facilmente da solo: prendi un pezzo di filo e tendilo con le dita. Se avvicini le mani, il filo si piega e la distanza si riduce; se allontani le mani, il filo si tende e la distanza aumenta. Lo stesso accade al collo quando il rachide cervicale si rettilineizza. Quando il collo è più lungo, il cervello subisce una tensione costante verso il basso, i vasi e i nervi sono sottoposti alla stessa tensione continua. Non mi risulta che questo aspetto venga preso in considerazione dai medici, nonostante si tratti di una nozione di base della meccanica. Si potrebbe ipotizzare che la sindrome di Arnold-Chiari (il cervelletto sprofonda nel canale spinale) e la sindrome di Eagle (allungamento /calcificazione del processo stiloideo) possano essere una delle conseguenze, o quantomeno venire aggravate, dalla rettificazione del rachide cervicale.

Cosa fa il medico in questi casi?

In ambito medico, si tende a osservare passivamente la rettilineizzazione cervicale, piuttosto che intervenire efficacemente nei suoi stadi iniziali, fino a che non diventa irrimediabilmente troppo tardi. Oltre alla diagnosi e agli sforzi per mitigare i sintomi correlati, raramente vengono adottate misure concrete in grado di ripristinare la lordosi fisiologica. Non viene nemmeno comunicato che il mancato intervento nel ripristinare la lordosi, conduce inevitabilmente a una degenerazione irreversibile delle strutture del collo. Questo silenzio potrebbe derivare dall'assenza, in ambito medico, di soluzioni concrete in grado di correggere in una qualche maniera la colonna cervicale rettilinea o la posizione della vertebra Atlante, dato che ovviamente non esistono farmaci per risolvere problematiche meccaniche. Di conseguenza, il problema tende a essere semplicemente IGNORATO.

Per il medico, intervenire attivamente per correggere il problema e ripristinare la curvatura naturale non è solitamente oggetto di discussione.

Potresti sentir dire che la rettilineizzazione cervicale è comune e non rappresenta motivo di particolare preoccupazione. Lo stesso discorso, a dir poco assurdo, viene fatto anche quando si parla dell'Atlante disallineato: secondo la medicina, non bisognerebbe preoccuparsene troppo, anche se nella pratica, una sua correzione efficace con Atlantomed porta molto spesso alla risoluzione di numerosi sintomi irrisolvibili con i farmaci.

Le soluzioni proposte per affrontare le conseguenze della rettilineizzazione cervicale spesso si limitano alla somministrazione di un antinfiammatorio per alleviare il disagio, un analgesico per il mal di testa se presente, e magari un altro medicinale per le vertigini, procedendo così per tutti gli altri sintomi associati alla rettilineizzazione. Potrebbero prescriverti della fisioterapia, anche se non si è mai visto tornare la curva fisiologica cervicale dopo questa pratica. Magari ti suggeriscono di fare sport e di cercare di gestire lo stress, un consiglio che può risultare vago e difficile da applicare. Non è raro che i sintomi vengano attribuiti a fattori psicologici o all'ansia, soprattutto quando non si trova una spiegazione o una soluzione chiara ai problemi presentati, come d'abitudine ogni volta che non sanno come giustificare i loro completi fallimenti nel risolvere veramente un problema. Questo approccio è paragonabile a ignorare una convergenza errata delle ruote di un’auto, suggerendo di continuare a guidare tranquillamente senza preoccuparsi troppo dell'inevitabile usura asimmetrica e prematura degli pneumatici, denotando una certa rassegnazione alla situazione. Questa attitudine potrebbe derivare da un senso di frustrazione per la mancanza di opzioni terapeutiche risolutive incluse nella formazione medica tradizionale.

Vogliamo parlare della pubblicità, a dir poco ingannevole, consentita solo in Italia? La pubblicità di un noto farmaco recita: "Il mal di testa da cervicale nasce da un'infiammazione a carico dell'apparato muscolo scheletrico, che provoca dolore persistente dal collo fino alla testa". La colpa di tutto viene attribuita all'infiammazione, che in verità è solo la CONSEGUENZA del problema e non certo la CAUSA. In effetti, se la pubblicità rivelasse la vera origine del problema e suggerisse un metodo per risolverlo in modo definitivo, potrebbe non essere altrettanto efficace nel promuovere la vendita del farmaco. Questo solleva interrogativi importanti sul ruolo della pubblicità nel settore sanitario e sulla trasparenza dell'informazione fornita ai consumatori riguardo la loro condizione e alle opzioni di trattamento disponibili. In Svizzera, ad esempio, la pubblicità dei farmaci è rigorosamente vietata, un approccio che mira a tutelare maggiormente i cittadini da messaggi potenzialmente fuorvianti finalizzati esclusivamente a incrementare le vendite.

Per molti disturbi, inclusa la rettificazione cervicale, la medicina ignora le cause e non dispone di una vera soluzione. Alla fine, quando la cervicale sarà irreparabilmente compromessa, il medico suggerirà un intervento chirurgico. Se sei saggio, ti attiveresti per intervenire in modo risolutivo quanto prima, nel caso il tuo collo fosse rettilineizzato, affidandoti a chi offre VERE soluzioni, senza attendere che sia troppo tardi e senza farti influenzare dalle deleterie rassicurazioni del medico o dalle pubblicità ingannevoli. Questo consiglio vale, naturalmente, anche per altri disturbi che potresti avere.

Chirurgia cervicale e rettilineizzazione del rachide cervicale

Chirurgia e rettilineizzazione del rachide cervicale

C'è il detto "Quando l'unico strumento che hai è un martello, ogni problema sembra un chiodo". Nel contesto della chirurgia, questo martello si trasforma nel bisturi utilizzato per asportare ciò che viene ritenuto superfluo e considerato la presunta causa del tuo problema. Ci sono alcuni "personaggi", sopratutto oltreoceano, che hanno maturato la balzana idea di allentare la pressione esercitata da un assetto cervicale o mandibolare scorretti, rimuovendo parti di osso per creare più spazio, come ad esempio il processo stiloideo, oppure le porzioni sporgenti delle vertebre disallineate, anziché ripristinare semplicemente un corretto allineamento cervicale.

La problematica di un collo divenuto troppo dritto, l'onnipresente disallineamento di C1, C2 e la mandibola arretrata, vengono ignorati o sottovalutati. Usare il bisturi risulta molto più redditizio. Ormai è ampiamente risaputo come lo scalpello venga spesso utilizzato a sproposito con l'intento tutt'altro che nobile di fare cassa. Studiare e informarsi adeguatamente nel campo della salute è diventato un vero e proprio atto di legittima difesa. Questo è anche il motivo per cui, in questo sito, ci impegniamo a spiegare approfonditamente i vari argomenti. Una reale comprensione evita di essere abbindolati.

Cosa fa il terapista manuale quando incontra un collo troppo diritto?

Un fisioterapista può adottare diversi approcci per cercare di alleviare i dolori e i disturbi conseguenti a un rachide cervicale rettilineizzato:

Terapia manuale: il fisioterapista può utilizzare tecniche per allungare e rilassare i muscoli del collo e della schiena. Questo può aiutare a ridurre la tensione muscolare, a migliorare la flessibilità.

Mobilizzazione articolare: viene utilizzata per migliorare la mobilità articolare. Il fisioterapista applica una forza controllata e graduale per spostare le articolazioni del rachide cervicale nella loro posizione naturale.

Manipolazione spinale: prevede l'applicazione di un impulso rapido e preciso (thrust) per "sbloccare" le articolazioni del rachide cervicale. Sebbene possa alleviare dolore e rigidità, questa tecnica viene utilizzata solo dopo un’attenta valutazione, poiché comporta alcuni rischi.

Massaggio con strumenti: utilizza dispositivi per massaggiare i tessuti, ridurre le contratture e migliorare la circolazione sanguigna.

Terapia miofasciale: prevede una pressione mirata sui punti trigger muscolari per alleviare dolore e rigidità. La terapia miofasciale può essere utilizzata in combinazione con altre tecniche di terapia manuale.

Esercizi di stretching: il terapista può prescrivere esercizi di stretching specifici per i muscoli del collo e della schiena, per migliorare la flessibilità e la mobilità. Uno degli esercizi più comuni consiste nell'inclinare delicatamente la testa da un lato e mantenere la posizione per circa 20 secondi, quindi ripetere dall'altro lato. Un altro esercizio consiste nell'inclinare la testa all'indietro e mantenere questa posizione per alcuni secondi, quindi abbassare lentamente la testa.

Esercizi di rafforzamento: sono utilizzati dai fisioterapisti per rafforzare i muscoli del collo e della schiena, prevenire ulteriori danni al rachide cervicale e migliorare la postura. È importante che gli esercizi siano eseguiti correttamente per evitare ulteriori danni al rachide cervicale. Il fisioterapista può fornire istruzioni dettagliate sui movimenti e sulla frequenza degli esercizi, a seconda delle esigenze del paziente.

Elettrostimolazione: si utilizza un dispositivo che invia impulsi elettrici ai muscoli per produrre una contrazione muscolare ritmica involontaria. Può essere utilizzata per rafforzare i muscoli deboli del collo e della schiena e migliorare la postura.

Tecarterapia: si utilizza l'energia di radiofrequenza per riscaldare i tessuti profondi e stimolare il naturale processo di guarigione del corpo, aumentando la circolazione sanguigna locale. Può essere utilizzata per alleviare il dolore, ridurre l'infiammazione e accelerare la guarigione dei tessuti danneggiati.

Terapia con ultrasuoni: utilizza ultrasuoni ad alta frequenza per stimolare i tessuti profondi e migliorare la circolazione sanguigna. Gli ultrasuoni possono essere utilizzati per ridurre l'infiammazione, alleviare il dolore e migliorare la flessibilità muscolare.

Laserterapia: questa tecnica utilizza un raggio laser per ridurre l’infiammazione e accelerare la guarigione dei tessuti danneggiati, con un effetto analgesico.

Terapia del calore e del freddo: il fisioterapista può utilizzare il calore o il freddo per alleviare il dolore e ridurre la rigidità. Prendi in considerazione anche l'uso della sauna.

Cosa accomuna tutte queste terapie applicate dai fisioterapisti? Il fatto che agiscono a livello sintomatico piuttosto che sulle cause che mantengono il collo in una posizione scorretta. Sebbene questi trattamenti possano risultare gradevoli e siano un ottimo complemento per mitigare i sintomi, è improbabile che da soli riescano a ripristinare una sana lordosi cervicale, anche se un temporaneo sollievo dal dolore potrebbe indurti a pensare di essere sulla strada giusta. Sebbene questi approcci siano decisamente migliori rispetto all'assunzione di farmaci, qualora i sintomi dovessero persistere, ricordati di rileggere questa pagina.

CCSVI e rettilineizzazione cervicale

TC angiografia cervicale

La CCSVI (Insufficienza Venosa Cronica Cerebro-Spinale) è una condizione caratterizzata da un ridotto flusso venoso che ostacola il drenaggio del sangue dal cervello e dal midollo spinale. Questo fenomeno è associato a una varietà di sintomi spesso debilitanti e si ritiene che possa contribuire allo sviluppo o al peggioramento di alcune patologie neurologiche.

La CCSVI può derivare da una malformazione interna delle vene, che compromette la loro struttura e il flusso sanguigno, oppure da una compressione costante proveniente dall'esterno dei vasi. In alcuni casi, entrambe le cause possono essere presenti contemporaneamente, riducendo ulteriormente il flusso sanguigno.

Quando si indaga sulla CCSVI, è importante non commettere l'errore di attribuire tutte le stenosi esclusivamente a malformazioni venose.

La rettilineizzazione del rachide cervicale è una delle condizioni spesso trascurate che possono causare o favorire la CCSVI.

Il disallineamento delle prime due vertebre cervicali, tipicamente associato alla rettilineizzazione cervicale, rappresenta una delle cause esterne più comuni.

Condizioni da verificare: Il collo è rettilineizzato e troppo in avanti? Come sono allineati l'Atlante e l'Epistrofeo? La mandibola è deviata o arretrata? Qual è lo stato della muscolatura cervicale? I muscoli sternocleidomastoideo e scaleni sono ingrossati e induriti? Questi aspetti, spesso ignorati, rappresentano domande fondamentali per un'analisi accurata, ma sono raramente presi in considerazione.

È importante sapere che le immagini diagnostiche, come angiografie e risonanze magnetiche con liquido di contrasto, possono essere fuorvianti e indurre in errore. Le vene, con i loro percorsi tortuosi e curve naturali, possono mostrare restringimenti apparenti in base all'angolo o al piano di osservazione. A volte, ciò che sembra una stenosi nelle immagini non è altro che un normale cambio di direzione del vaso sanguigno, privo di significato clinico.

Un’analisi critica potrebbe rivelare che alcuni medici o radiologi, per mancanza di esperienza specifica o, in alcuni casi, per interessi meno nobili, presentano i risultati in modo da favorire una certa interpretazione. Ad esempio, possono manipolare gli assi di osservazione o, nel caso di una tomografia computerizzata (TC), regolare le soglie di distinzione tra i tessuti per ottenere una visualizzazione che sostenga una certa diagnosi che giustifichi un loro intervento chirurgico. Questo rischio è particolarmente significativo nell’interpretazione di risonanze magnetiche, soprattutto quando il medico che presenta le immagini ha un interesse diretto nell’eseguire un intervento.

Per evitare errori o conflitti di interesse, è fortemente consigliato richiedere sempre un secondo parere indipendente nell’interpretazione delle immagini diagnostiche. Far analizzare le immagini da un radiologo specializzato in CCSVI, che non abbia legami professionali o personali con il primo specialista consultato, e che non sia a conoscenza dei referti precedenti, garantisce una valutazione più oggettiva e imparziale. Un secondo parere può confermare la diagnosi iniziale, offrire una prospettiva alternativa o suggerire approcci diagnostici e terapeutici differenti.

Instabilità cervicale dopo un colpo di frusta

A seguito di un incidente con colpo di frusta che ha provocato lo stiramento della capsula articolare e/o dei legamenti, l'articolazione cervicale interessata potrebbe diventare eccessivamente lassa o instabile, ovvero le vertebre coinvolte possono muoversi eccessivamente l'una rispetto all'altra, compromettendo la stabilità dell'articolazione durante il movimento. Questa circostanza provoca compressioni anomale variabili delle strutture adiacenti. Anche assetti cervicali non idonei che si protraggono a lungo possono indurre un adattamento dei tessuti, con conseguente allungamento dei legamenti e delle capsule articolari, aggravando ulteriormente l'instabilità articolare.

L'eccessiva lassità legamentosa di C1 e C2 può essere una controindicazione alla correzione dell'Atlante o quantomeno pregiudicarne i risultati a lungo termine, dato che le vertebre coinvolte possono disallinearsi con troppa facilità.

Puoi approfondire l'argomento leggendo qui: instabilità cervicale

Come risolvere la rettilineizzazione?

Quando la rettilineizzazione è presente da molto tempo, magari inizialmente in modo silente, è illusorio sperare di risolverla rapidamente e senza un significativo impegno personale. Nella maggior parte dei casi, non basta affidarsi a un singolo trattamento; è necessario intraprendere un percorso strutturato che comprenda interventi multipli, applicati nella sequenza corretta e con una gradualità adeguata.

Tentare approcci improvvisati porta inevitabilmente al fallimento, se non addirittura a un aggravamento dei sintomi. Poiché un collo rettilineizzato tende a essere particolarmente sensibile, con muscoli ipertesi e irrigiditi, è essenziale intervenire con delicatezza e progressività per evitare di esasperare ulteriormente una condizione già fragile.

Rimandare o trascurare il problema senza affrontarlo tempestivamente ed efficacemente conduce a una degenerazione progressiva e inevitabile della colonna vertebrale, allontanando sempre più la speranza di una soluzione non invasiva, fino al raggiungimento del punto di non ritorno, dove l'intervento chirurgico diventa l'unica opzione, con tutte le implicazioni negative, i costi, le sofferenze e le possibili complicazioni che ne derivano.

Possiamo affermare che le terapie sintomatiche, abitualmente suggerite dai medici, agiscono come palliativi. Sebbene i farmaci possano mascherare temporaneamente il disagio, il problema meccanico di fondo continua a essere presente e ad aggravarsi, portando a un incremento dei sintomi. Questo induce il medico a prescrivere farmaci di potenza crescente, in un tentativo di gestire i sintomi sempre più invadenti.

Procrastinare quando hai un collo troppo dritto è davvero poco saggio, così come lo è il trascurare i propri denti. Se pensi di risparmiare, poi ti ritrovi con un problema irrisolvibile molto più grave, accompagnato da dolore cronico. Ha davvero senso rimandare, anziché agire in modo efficace e risolutivo?

8 passi per ripristinare la fisiologica lordosi

Prima di approfondire i passaggi necessari per ripristinare la corretta lordosi cervicale, è fondamentale comprendere quali atteggiamenti possono fare la differenza tra il successo e il fallimento.

Via del successo

  • Confermare la presenza della rettilineizzazione cervicale mediante una radiografia eseguita in posizione eretta non obbligata.
  • Portare a compimento i vari step elencati con determinazione, senza lasciarsi distrarre, senza scoraggiarsi o arrendersi di fronte alle difficoltà che possono emergere lungo il percorso.
  • Assicurarsi di aver raggiunto l'obiettivo di ogni singolo step. Ad esempio, non basta mettere in bocca un bite e illudersi di aver risolto il problema mandibolare.
  • Verificare, al termine del percorso, che la curva cervicale fisiologica sia stata effettivamente ripristinata; in caso contrario, proseguire con gli esercizi fino al raggiungimento dell'obiettivo.
  • Adottare comportamenti posturali corretti per scongiurare il ripresentarsi del problema.

Via del fallimento

  • Molte persone agiscono senza una strategia definita, procedendo in modo casuale e senza una chiara comprensione degli obiettivi che intendono raggiungere.
  • Non comprendono la differenza tra un trattamento puramente sintomatico e uno che affronta la causa. Di conseguenza, si limitano a trattare i sintomi e a cercare un sollievo immediato dal dolore, trascurando l'aspetto fondamentale dell'eliminazione della causa.

  • Si affidano passivamente ai consigli altrui, accettando informazioni che spesso sono incomplete, fuorvianti o contraddittorie, senza dedicarsi a uno studio approfondito del problema per sviluppare un punto di vista informato e consapevole.
  • Iniziano un percorso senza portarlo a compimento. Non si accertano che un passo sia EFFETTIVAMENTE completato prima di passare al prossimo.

Gli 8 passi da seguire

1Riallineare l'Atlante con il metodo Atlantomed (2 o più sedute) rappresenta sicuramente il primo passo sensato per affrontare una rettilineizzazione del rachide cervicale. Il trattamento richiede attenzioni specifiche per assicurare la corretta posteriorizzazione della vertebra, oltre alla correzione di eventuali rotazioni o laterodeviazioni.
2Verificare e se necessario, correggere la malocclusione dentale e la posizione errata della mandibola (fino a raggiungimento del risultato). Trovare un professionista realmente competente, davvero in grado di portare a compimento il lavoro, non è affatto semplice e purtroppo si fanno molti buchi nell'acqua.
3Far esaminare e se necessario correggere il proprio osso sacro (fino all'avvenuta correzione) da un osteopata.
4Riequilibrare la postura generale (numero variabile di sedute) verificando anche la presenza di cicatrici e la loro eventuale influenza negativa sulla postura. Il metodo Raggi è la soluzione consigliata.
5La vasca floating di deprivazione sensoriale (numero variabile di sedute – ottima soluzione ma applicabile solo se si dispone di un floating nelle vicinanze) costituisce un ambiente unico per eseguire una ginnastica cervicale mirata in assenza di gravità, permettendo di sollecitare e quindi rafforzare solo le catene muscolari posteriori del collo, mentre quelle anteriori, già troppo tese e accorciate, rimangono completamente rilassate. Non conosco altri metodi in grado di ottenere lo stesso tipo di separazione e isolamento tra le catene muscolari anteriori e posteriori. L'assenza di gravità consente al corpo di assumere una postura neutra, rilassarsi come mai prima d'ora e prendere consapevolezza delle aree tese da lasciare andare. Durante la sessione di floating, si inizia con esercizi di estensione del collo, calibrando durata e intensità in base alla propria tolleranza, per poi rilassarsi nel resto del tempo. Centri Floating: Chiasso, Mariano Comense, Milano, Milano, Torino, Alba, Roma, Benevento, Napoli, Sorano, Torino, Varese, Udine, Pescara, Piacenza, Perugia, Vigonza Padova, Feltre, Siracusa.
6Esercizio di estensione isometrica del collo, praticabile autonomamente a casa (3 mesi). Uno studio sull'efficacia di questo esercizio mostra che dopo 3 mesi di allenamento, l'85,2% dei partecipanti conseguono un significativo miglioramento verso la riacquisizione della naturale curva cervicale.
7Al termine del percorso riabilitativo, che può durare diversi mesi, è consigliabile effettuare un'ulteriore verifica della posizione della vertebra Atlante. Questo passaggio è fondamentale per assicurarsi che l'allineamento sia stato mantenuto nonostante le sollecitazioni cervicali affrontate durante il percorso. La verifica finale consente inoltre di confermare l'efficacia del trattamento e di accertarsi che la postura sia ottimale e la posizione della mandibola corretta.
8Durante il percorso, sono vivamente consigliati massaggi intermedi manuali o preferibilmente con AtlantoVib, per prevenire l'indurimento dei muscoli profondi causato dalle sollecitazioni cervicali degli esercizi e dall'eventuale correzione mandibolare.

Alcuni consigli

Se esiste un'instabilità cervicale reale e correttamente identificata, questo diventa il primo problema da affrontare e risolvere. La proloterapia può essere un valido aiuto in questo senso. In caso contrario, qualsiasi altra soluzione rischia di fallire, comportando una perdita di tempo, risorse economiche e potenzialmente un aggravamento del problema. Se l'instabilità coinvolge C1 e C2, le prime due vertebre cervicali, non consigliamo di procedere con la correzione dell'Atlante senza prima aver risolto l'instabilità.

Se sono presenti problemi mandibolari e questi non vengono EFFETTIVAMENTE risolti, le recidive sono assicurate. Molti cercheranno di persuaderti di aver risolto il tuo problema occlusale, anche quando non è così. Verifica da solo davanti allo specchio: TEST.

Gli esercizi indicati nei punti 5 o 6 possono venire eseguiti in parallelo con le azioni indicate nei punti 2-3-4. È importante evitare eccessi nell'intensità degli esercizi, ma piuttosto incrementarla in modo graduale. Un approccio troppo intenso nell'allenamento può aggravare i sintomi e quindi condurre allo scoraggiamento. Mantenere un gradiente adeguato nell'intensità degli esercizi è fondamentale per garantire progressi costanti senza sovraccaricare il collo.

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