Pressione bassa: cause, sintomi e rimedi

La pressione bassa, conosciuta anche come ipotensione, è una condizione che interessa milioni di persone in tutto il mondo. Mal di testa, vertigini, svenimenti, affaticamento, mani e piedi freddi sono tra i sintomi più frequenti e riconoscibili. Ma quali sono le cause reali dell’ipotensione e quali soluzioni naturali o terapeutiche possono aiutare?

Cos’è la pressione bassa?

Per definizione, si parla di pressione bassa quando i valori della pressione arteriosa scendono al di sotto di 90/60 mmHg. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’ipotensione colpisce circa il 10% della popolazione globale, con una maggiore incidenza nelle donne e nelle persone anziane. Contrariamente all’ipertensione, che è associata a gravi rischi cardiovascolari, l’ipotensione non sempre è pericolosa. Tuttavia, quando è persistente o accompagnata da sintomi, può nascondere problematiche più profonde.

Quali sono i sintomi più comuni della pressione bassa?

Tra i segnali più frequenti troviamo:

  • vertigini e senso di svenimento;
  • mal di testa e annebbiamento della vista;
  • rapido affaticamento e difficoltà di concentrazione;
  • mani e piedi freddi, pallore e tremori;
  • collassi improvvisi nei casi più gravi.

Quali sono le cause principali dell’ipotensione?

Non sempre è possibile identificare una causa precisa. In questi casi si parla di ipotensione primaria. Tuttavia, esistono diversi fattori che possono provocare pressione bassa:

  • disidratazione o carenza di sali minerali;
  • variazioni posturali improvvise (ipotensione ortostatica): ad esempio passare rapidamente da una posizione sdraiata o accovacciata a una eretta;
  • effetto collaterale di alcuni farmaci, come diuretici o antipertensivi;
  • disturbi endocrini, come l’ipotiroidismo o l’insufficienza surrenalica;
  • problemi cardiovascolari, come aritmie o scompenso cardiaco;
  • infezioni o condizioni acute che portano a shock ipotensivo.

Rimedi e strategie quotidiane

Chi soffre di pressione bassa può adottare alcune abitudini utili:

  • bere molta acqua durante la giornata;
  • aumentare leggermente il consumo di sale (previo consiglio medico);
  • evitare di alzarsi bruscamente da una posizione sdraiata o seduta;
  • praticare attività fisica regolare, in particolare camminata e nuoto;
  • indossare calze elastiche per favorire la circolazione;
  • consumare pasti più piccoli e frequenti per ridurre i cali post-prandiali.

Pressione bassa: quando preoccuparsi?

In generale, l’ipotensione non è pericolosa se i valori restano stabili e non accompagnati da sintomi. Tuttavia, se i cali sono frequenti o intensi, è consigliato approfondire con l'aiuto di uno specialista per escludere patologie più serie.

AtlantoMed: perché aiuta contro la pressione bassa?

Un aspetto spesso trascurato riguarda il ruolo del nervo vago nella regolazione della pressione sanguigna. In alcuni casi, un Atlante disallineato (la prima vertebra cervicale) può influire negativamente sulla funzione del nervo vago, favorendo episodi di ipotensione. La correzione dell’Atlante con il metodo AtlantoMed può rappresentare un valido aiuto per chi soffre di ipotensione, non solo come supporto ma come possibile contributo alla causa meccanica del disturbo. Ecco come e perché:

Ripristino del flusso arterioso e venoso al cervello

L’Atlante è la prima vertebra cervicale, ed è in stretta relazione anatomica con arterie (come l’arteria vertebrale e l’arteria carotide interna) e vene (in particolare la vena giugulare interna) che portano sangue al cervello e ne regolano il deflusso. Se l’Atlante è disallineato, può comprimere questi vasi sanguigni, riducendo l’afflusso di ossigeno e nutrienti al cervello e ostacolando l’eliminazione delle scorie.

Effetto sulla regolazione del nervo vago

Il nervo vago è un componente chiave del sistema autonomo che regola la pressione arteriosa tramite il bilanciamento tra sistema simpatico e parasimpatico. Un Atlante fuori asse può interferire con la funzione del nervo vago, indebolendo la capacità del corpo di regolare la pressione sanguigna in modo autonomo. Questo può favorire abbassamenti di pressione persistenti.

Miglioramento del deflusso venoso cerebrale

Uno dei problemi associati al disallineamento dell’Atlante è la compressione della vena giugulare interna, con conseguente difficoltà nel deflusso del sangue dal cranio. Quando il sangue non defluisce adeguatamente, anche l’afflusso può risentirne (per un effetto “a valle”) dato che il cranio non può espandersi per compensare. La correzione con AtlantoMed sembra aumentare in modo significativo la capacità di deflusso venoso, come mostrato da ecografie prima e dopo l’intervento: in un caso riportato, il flusso della vena giugulare è passato da 44,9 cm/s a 81,5 cm/s dopo riallineamento.

Stabilizzazione della pressione sanguigna

Grazie al miglior flusso arterioso e venoso e al ristabilimento del corretto funzionamento del nervo vago, molte persone riportano che dopo la correzione dell’Atlante la pressione sanguigna, specialmente quella bassa, tende a stabilizzarsi. Ciò significa meno sbalzi, meno sintomi come giramenti di testa o svenimento e maggiore costanza nei valori pressori.

Effetti indiretti legati alla postura e alla tensione muscolare

Un Atlante disallineato può provocare alterazioni posturali che generano tensioni muscolari croniche nel collo e nelle spalle. Queste tensioni possono limitare il flusso ematico nei capillari della zona cervicale e influire sulla circolazione generale. Con AtlantoMed si riduce tale compressione muscolare, favorendo un miglior apporto di sangue ai tessuti e una miglior ossigenazione.

Che risultati ha AtlantoMed sulla pressione bassa?

Alcune ricerche mostrano che il riallineamento dell’Atlante può contribuire a migliorare la stabilità della pressione sanguigna. In particolare, uno studio evidenzia che la correzione dell’Atlante con il metodo AtlantoMed ha portato benefici nel 54% dei casi sia di pressione alta che di pressione bassa.

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Autore e revisore scientifico

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Contenuto redatto da Alfredo Lerro (detentore del brevetto AtlantoVib) e verificato dal prof. Daniele Raggi: dottore in scienze motorie, fisioterapia, master in posturologia presso La Sapienza di Roma. Diplomi: Mézière, massofisioterapia biennale e triennale, idromassoterapia MCB con competenza in biorisonanza, mental coach e Back School. Specializzato in riflessologia plantare e nel metodo Feldenkrais. Ideatore e detentore del brevetto di Pancafit, Pancafit Vertical, KRM e altri dispositivi, nonché del percorso di meta-posturologia, della respirazione energetica e della tecnica delle costellazioni relazionali. Docente in vari master universitari di 1º e 2º livello, docente presso la scuola MCB e fondatore della scuola Raggi Method. Svolge attività di consulente in posturologia clinica per studi odontoiatrici. Precedentemente docente presso la 1ª facoltà di medicina e chirurgia de La Sapienza di Roma, reparto di medicina fisica sperimentale.

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Correzione dell'Atlante

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