Molte persone credono che gli esami di risonanza magnetica siano completamente innocui perché non utilizzano radiazioni ionizzanti e quindi si sottopongono all'esame senza preoccuparsene troppo. Al massimo, sono accompagnati dalla paura dello spazio angusto in cui si troveranno durante l'esame.
La risonanza magnetica cela un pericolo raramente considerato
È risaputo che la medicina non si preoccupa più di tanto degli effetti collaterali a lungo termine delle sue pratiche, ancora meno degli effetti negativi derivanti dalla combinazione di diversi farmaci o trattamenti ripetuti e delle conseguenze tardive dovute all'accumulo nell'organismo.
Il sistema nervoso e il cervello sono completamente isolati dal flusso sanguigno grazie ad una sacca che li racchiude, costituendo di fatto un sistema indipendente e separato. Lo scopo è quello di proteggerli da infezioni che avrebbero conseguenze fatali. Questa sacca è chiamata dura madre e si estende dalla scatola cranica al midollo dell'osso sacro cioè lungo tutta la colonna vertebrale. L'importante scambio di nutrienti avviene attraverso la membrana.
Chi più chi meno, accumula una certa quantità di metalli pesanti come mercurio, alluminio, piombo e altri, che sono liberi o incistati nei tessuti del corpo. Alcuni metalli provengono dalle vaccinazioni, altri dall'alimentazione oppure vengono “gentilmente” escreti nel neonato direttamente dalla madre durante la gestazione, specialmente se si tratta di un primogenito. Infatti, la natura e la sopravvivenza favoriscono sempre la madre e il primogenito viene usato come "discarica". Se non ci credi e hai diversi bambini, puoi far analizzare i loro livelli di metalli pesanti. Ancora meglio sarebbe analizzare anche i metalli pesanti nella madre prima della gravidanza e dopo la nascita.
Come forse sai, i metalli ferromagnetici reagiscono ai campi magnetici
Cosa pensi che succeda quando esponi il tuo corpo e specialmente il tuo cervello o la tua spina dorsale, ad un campo magnetico oscillante come quello di uno scanner per la risonanza magnetica, con un intensità fortissima che non esiste in natura?
Secondo le leggi della fisica, quando un metallo è esposto ad un campo magnetico oscillante, si crea un flusso di corrente elettrica con trasporto di ioni e generazione di calore. Una corrente elettrica mobilita i metalli e li mette in movimento meccanicamente. Dato che il campo magnetico è variabile e di intensità estrema, i metalli possono essere fatti penetrare meccanicamente attraverso la membrana protettiva del sistema nervoso, depositarsi nel cervello e non lasciarlo più.
A causa dell'ovvia difficoltà di prelevare un campione di tessuto da un essere vivente che deve rimanere tale, di solito non vengono fatte misure specifiche, ma si sa che i metalli pesanti sono stati trovati nel cervello durante le autopsie. L'alluminio è particolarmente comune nel cervello delle persone con Alzheimer e altre malattie neurologiche.
Quando agenti di contrasto metallici e radioattivi come il gadolinio vengono utilizzati in una scansione di RM, il problema cresce esponenzialmente. Ti dicono che il corpo espelle il mezzo di contrasto nel tempo, attraverso i reni, ma questo accade solo in parte. Il metallo che viene catapultato nel sistema nervoso dal fortissimo campo magnetico non può uscirne. Conosco persone che hanno urinato blu dopo un massaggio di linfodrenaggio, a causa di una risonanza magnetica con mezzo di contrasto eseguita 10 anni prima. È più che ovvio che il liquido di contrasto era ancora depositato nei tessuti.
Risonanza magnetica al cranio
Il problema si aggrava ulteriormente se sono presenti otturazioni in amalgama o in altri metalli nella bocca.
I forti campi magnetici sembrano promuovere il rilascio di ioni di mercurio dall'otturazione in amalgama.
Da ottobre 2017 è stata introdotta la prima risonanza magnetica per uso clinico a 7 Tesla. Tuttavia, una densità di flusso magnetico così alta mette a rischio i pazienti con otturazioni in amalgama.
Non è solo masticando o spazzolando i denti che vengono rilasciati ioni di mercurio da un'otturazione in amalgama ma anche un forte campo magnetico sembra promuovere il rilascio delle particelle, come hanno scoperto i dentisti turchi in uno studio ex vivo.
Tramite estrazione sono stati raccolti un totale di 60 molari e premolari sani e sono stati preparati con otturazioni in amalgama. Nove giorni dopo l'otturazione, i ricercatori hanno messo i denti individualmente in provette contenenti saliva artificiale. È stata eseguita una RM di 20 minuti: 20 campioni sono finiti in uno scanner per la RM standard da 1,5 Tesla, altri 20 in uno scanner da 7 Tesla e i restanti 20 campioni non sono stati scansionati affatto.
24 ore dopo, il livello medio di mercurio non era significativamente aumentato nel gruppo 1,5 T rispetto al gruppo di controllo (141 µg/l contro 172 µg/l). Tuttavia, la concentrazione media dopo la RM da 7 T era di 673 µg/l, quasi quattro volte superiore a quella riscontrata a 1,5 T.
Il 10 % del mercurio nella saliva viene assorbito
Il pericolo effettivo per i pazienti è attualmente sconosciuto. Il fattore decisivo per il potenziale rischio per la salute è alla fine sempre la quantità che viene assorbita dai tessuti, secondo gli autori. Si presume generalmente che il 10 % degli ioni di mercurio contenuti nella saliva siano assorbiti a livello gastrointestinale.
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