La risonanza magnetica può essere dannosa?

Risonanza magnetica del cranio

di Atlantomed – 20 Febbraio 2025

Molte persone ritengono che gli esami di risonanza magnetica siano completamente privi di rischi, poiché non impiegano radiazioni ionizzanti, e quindi si sottopongono all'esame con una certa tranquillità. L'unico timore che li accompagna, di solito, è la sensazione di claustrofobia causata dallo spazio angusto in cui si trovano durante l'esame.

È risaputo che la medicina non si preoccupa più di tanto degli effetti collaterali a lungo termine delle sue pratiche e ancor meno degli effetti negativi derivanti dalla combinazione di diversi farmaci o trattamenti ripetuti, così come delle conseguenze tardive causate dall’accumulo nell’organismo.

La risonanza magnetica cela un pericolo raramente considerato

Il sistema nervoso e il cervello sono protetti dal flusso sanguigno grazie a una barriera che li racchiude, creando di fatto un sistema indipendente e separato. Questa barriera, chiamata dura madre, si estende dalla scatola cranica fino al midollo spinale, lungo tutta la colonna vertebrale, con lo scopo di proteggerli da infezioni che potrebbero risultare fatali. Gli scambi di nutrienti avvengono attraverso la membrana.

Chi più chi meno, accumula una certa quantità di metalli pesanti come mercurio, alluminio, piombo e altri, che possono essere presenti in forma libera o incistati nei tessuti. Alcuni di questi metalli provengono dalle vaccinazioni, altri dall’alimentazione, oppure vengono "gentilmente" trasferiti dalla madre al neonato durante la gravidanza, specialmente se si tratta di un primogenito. In effetti, la natura tende a favorire la madre, e il primogenito spesso viene utilizzato come “discarica”. Se non ci credi e hai diversi figli, puoi far analizzare i loro livelli di metalli pesanti. Sarebbe ancora più utile analizzare anche i metalli pesanti nella madre, prima della gravidanza e dopo la nascita.

Come forse sai, i metalli reagiscono ai campi magnetici

Cosa pensi che succeda quando esponi il tuo corpo, e specialmente il tuo cervello o la tua spina dorsale, a un campo magnetico oscillante come quello di uno scanner per la risonanza magnetica, con un’intensità così forte che non esiste in natura?

Secondo le leggi della fisica, quando un metallo è esposto a un campo magnetico oscillante, si genera un flusso di corrente elettrica con il trasporto di ioni e la produzione di calore. La corrente elettrica mobilita i metalli, facendoli muovere meccanicamente. Poiché il campo magnetico è variabile e di intensità estrema, i metalli possono penetrare meccanicamente attraverso la membrana protettiva del sistema nervoso, depositarsi nel cervello e rimanervi.

A causa delle difficoltà di prelevare un campione di tessuto da un essere vivente che deve rimanere tale, di solito non vengono fatte misure specifiche, ma è noto che i metalli pesanti sono stati trovati nel cervello durante le autopsie. L’alluminio è particolarmente comune nel cervello delle persone con Alzheimer e altre malattie neurologiche.

Quando vengono utilizzati agenti di contrasto metallici e radioattivi, come il gadolinio in una scansione di RM, il problema cresce esponenzialmente. Ti dicono che il corpo espelle il mezzo di contrasto nel tempo attraverso i reni, ma questo avviene solo in parte. Il metallo che viene catapultato nel sistema nervoso dal fortissimo campo magnetico non può uscirne. Conosco persone che hanno urinato blu dopo un massaggio di linfodrenaggio, a causa di una risonanza magnetica con mezzo di contrasto eseguita 10 anni prima. È evidente che il liquido di contrasto fosse ancora depositato nei tessuti.

Risonanza magnetica al cranio

Il problema si aggrava ulteriormente se sono presenti otturazioni in amalgama o in altri metalli nella bocca.

I forti campi magnetici sembrano favorire il rilascio di ioni di mercurio dall'otturazione in amalgama.

Da ottobre 2017 è stata introdotta la prima risonanza magnetica per uso clinico a 7 Tesla. Il vantaggio di questa tecnologia è la capacità di produrre immagini più dettagliate, tuttavia, una densità di flusso magnetico così alta mette a rischio i pazienti con otturazioni in amalgama.

Non è solo masticando o spazzolando i denti che vengono rilasciati ioni di mercurio da un'otturazione in amalgama, ma anche un forte campo magnetico sembra promuovere il rilascio delle particelle, come hanno scoperto i dentisti turchi in uno studio ex vivo.

Tramite estrazione sono stati raccolti un totale di 60 molari e premolari sani e sono stati preparati con otturazioni in amalgama. Nove giorni dopo l'otturazione, i ricercatori hanno messo i denti individualmente in provette contenenti saliva artificiale. È stata eseguita una RM di 20 minuti: 20 campioni sono stati scansionati in uno scanner RM standard da 1,5 Tesla, altri 20 in uno scanner da 7 Tesla, e i restanti 20 campioni non sono stati scansionati.

24 ore dopo, il livello medio di mercurio non era significativamente aumentato nel gruppo 1,5 T rispetto al gruppo di controllo (141 µg/l contro 172 µg/l). Tuttavia, la concentrazione media dopo la RM da 7 T era di 673 µg/l, quasi quattro volte superiore a quella riscontrata a 1,5 T.

Il 10 % del mercurio nella saliva viene assorbito

Il pericolo effettivo per i pazienti è attualmente sconosciuto. Il fattore decisivo per il potenziale rischio per la salute è, alla fine, la quantità di mercurio che viene assorbita dai tessuti, secondo gli autori. Si presume generalmente che il 10% degli ioni di mercurio contenuti nella saliva vengano assorbiti a livello gastrointestinale.

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Autore e revisore scientifico

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Contenuto redatto da Alfredo Lerro (detentore del brevetto AtlantoVib) e verificato dal prof. Daniele Raggi: dottore in scienze motorie, fisioterapia e scienze quantistiche, master in posturologia presso La Sapienza di Roma. Diplomi: Mézière, massofisioterapia biennale e triennale, idromassoterapia MCB con competenza in biorisonanza, mental coach e Back School. Specializzato in riflessologia plantare e nel metodo Feldenkrais. Ideatore e detentore del brevetto di Pancafit, Pancafit Vertical, KRM e altri dispositivi, nonché del percorso di meta-posturologia, della respirazione energetica e della tecnica delle costellazioni relazionali. Docente in vari master universitari di 1º e 2º livello, docente presso la scuola MCB e fondatore della scuola Raggi Method. Svolge attività di consulente in posturologia clinica per studi odontoiatrici. Precedentemente docente presso la 1ª facoltà di medicina e chirurgia de La Sapienza di Roma, reparto di medicina fisica sperimentale.

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