Nervo vago ed emozioni

Impatto delle emozioni positive sulla nostra salute

Nervo vago ed emozioni

di Massimo Agnoletti – 26 Marzo 2022

Recentemente sono state accumulate molte importanti conoscenze riguardo alla connessione tra le nostre emozioni e il nostro stato di salute, attraverso il circuito anti-infiammatorio colinergico del sistema immunitario.

Agli inizi del 2000, finalmente si fece luce sul meccanismo attraverso il quale il nervo vago (NV), la principale struttura anatomica che costituisce il sistema nervoso autonomo parasimpatico, gestisce i processi infiammatori, precedentemente rilevati dal suo tratto afferente che mette in comunicazione praticamente tutti gli organi con il cervello.

Il nervo vago e il circuito colinergico anti-infiammatorio

Attraverso uno stimolo nervoso, il nervo vago rilascia la molecola acetilcolina nell'organo bersaglio, oggetto dell'infiammazione, inducendo la soppressione della produzione di citochine TNF (Tracey, 2002).

Tracey chiamò questo meccanismo circuito colinergico anti-infiammatorio (CAP, cholinergic anti-inflammatory pathway) per sottolineare il ruolo fondamentale di questa struttura neuro-endocrina che connette il cervello a tutti gli organi del corpo, monitorando e gestendo il sistema immunitario e, quindi, la nostra salute.

Il CAP è quindi un meccanismo che utilizza il nervo vago per gestire il sistema immunitario e il conseguente processo infiammatorio in modo estremamente diffuso, aspecifico, efficiente ed efficace, contrastando esposizioni potenzialmente pericolose di antigeni.

Identificando il meccanismo del CAP, è stato possibile comprendere come e perché il cervello controlla il sistema immunitario. Poiché il cervello presenta attivazioni e funzionamenti diversi anche in base allo stato psicologico, si è aperta la possibilità di esplorare il ruolo delle emozioni nell’influenzare il nostro sistema immunitario e la nostra salute in generale.

Gli antagonisti del nervo vago e del circuito colinergico anti-infiammatorio

Vediamo adesso di approfondire i principali protagonisti di questo meccanismo.

Il nervo vago è il principale ed il più esteso ramo parasimpatico del sistema nervoso autonomo. Esso collega il sistema nervoso centrale a praticamente tutti gli organi e apparati, permettendo una comunicazione bidirezionale che monitora e controlla funzioni come la variabilità cardiaca (HRV, heart rate variability), un indice di funzionamento dell'interazione tra sistemi complessi come il sistema cardiocircolatorio, il sistema nervoso e quello respiratorio, e migliaia di altre funzioni, compreso l'asse microbiota-intestino-cervello (Thayer et al., 2012; Bonaz et al., 2018).

Dal punto di vista strettamente biologico, il nervo vago contrasta sia lo stress ossidativo, sia le infiammazioni, sia l'attività del sistema nervoso autonomo simpatico.

L'attività del nervo vago è connessa con il funzionamento della corteccia frontale e dell'amigdala, che sono fondamentali per la regolazione delle emozioni (Urry et al., 2006), l'attivazione dell'asse neuro-endocrino dello stress (Thayer et al., 2012) e i comportamenti, inclusi gli stili di vita (Gidron et al., 2018).

Dall'ampia letteratura presente, si evidenzia che un'alta attività del nervo vago, correlata a un più elevato indice di HRV, predice un minore rischio e una migliore prognosi di problemi cardiovascolari, tumorali e polmonari, che condividono importanti fattori di rischio comportamentali e dinamiche fisiologiche legate allo stress ossidativo, alle infiammazioni e all'eccessiva attività del sistema nervoso autonomo simpatico (Gidron et al., 2018). Un basso tono vagale è associato a un meno efficace recupero successivo a problematiche cardiovascolari, endocrine e immunitarie (Weber et al., 2010).

Il nervo vago e il suo ruolo nella regolazione delle emozioni

Da qualche anno si stanno accumulando ricerche che dimostrano che alcune attività ed esperienze specifiche, caratterizzate da emozioni positive, migliorano il funzionamento del nervo vago e la conseguente HRV, con tutti i vantaggi derivanti in termini di benessere psicologico e salute.

La regolazione emotiva, funzione fondamentale per generare emozioni "positive" e gestire efficacemente quelle "negative", è correlata alla HRV (Appelhans Luecken, 2006; Thayer Brosschot, 2005).

I valori di HRV sono inversamente correlati alla percezione di contesti minacciosi o pericolosi e positivamente correlati alla percezione di contesti valutati come "sicuri" (nel senso di privi di pericoli), attraverso l'attivazione di specifiche aree cerebrali, in particolare la parte ventrale della corteccia prefrontale (Buchanan et al., 2010; Thayer et al., 2012).

Attualmente, la letteratura sembra indicare che questa area corticale della corteccia prefrontale (PFC, pre-frontal cortex) svolga un ruolo cruciale nel momento in cui c'è bisogno di effettuare valutazioni cognitive finalizzate alla regolazione emotiva (Eippert et al., 2007; Urry et al., 2006).

Dal momento che una ridotta HRV è associata a un’ampia gamma di fattori di rischio di mortalità e problematiche cardiovascolari (Thayer and Lane, 2007; Thayer et al., 2010a,b), la funzione inibitoria dei circuiti neurali del PFC può essere stimata attraverso la misurazione del funzionamento del nervo vago tramite l'HRV (Thayer et al., 2012).

Il funzionamento della corteccia prefrontale è quindi fondamentale per la rilevazione e la gestione dello stress, anche psicologico, risultando molto importante per la salute, poiché la regolazione emotiva e le emozioni positive ad essa associate sono essenziali per svolgere questo compito.

Nervo vago e cambiamenti epigenetici: l’impatto sulla nostra salute

Sempre relativamente alla regolazione emotiva, si è visto che la misurazione del tono vagale HRV è associata positivamente alle emozioni positive (allegria e calma) e alla soddisfazione di vita, confermando che la misurazione dell'HRV è un ottimo indice di capacità auto-regolativa (Geisler et al., 2010) e quindi di gestione dello stress.

Per quanto riguarda la relazione tono vagale e autostima, esperimenti hanno dimostrato che i feedback positivi, che elicitano emozioni positive, aumentano il tono vagale HRV rispetto ai feedback di natura opposta (negativi), mentre altri studi hanno documentato la correlazione positiva tra la valutazione dell'autostima e il tono vagale HRV basale (Martens et al., 2010).

Emozioni positive come la compassione (Stellar et al., 2015; Stellar Keltner, 2017) sono state trovate essere associate a una migliore attivazione del nervo vago, così come altre emozioni positive sembrano predire una bassa produzione di citochine pro-infiammatorie (Stellar et al., 2015), indice di una migliore situazione immunitaria e, quindi, di una migliore salute generale. Emozioni positive sono state associate a un più efficace ed efficiente recupero da problematiche cardiovascolari legate a emozioni negative (Fredrickson Levenson, 1998).

Come è possibile rilevare, la descrizione delle interazioni delle emozioni positive nel nostro organismo è piuttosto convergente e solida nell'attribuire al sistema colinergico anti-infiammatorio il ruolo fondamentale di apparato che permette la reciproca comunicazione tra stati mentali, strutture neurofisiologiche, endocrine e cellulari attraverso cambiamenti epigenetici "esperienza-dipendenti" che ne permettono la plasticità e quindi l'adattamento.

La qualità e la quantità di esperienze che viviamo nella nostra vita (sia consapevoli che non, sia psicologiche che squisitamente molecolari) influenzano questi cambiamenti epigenetici in modo continuo, contribuendo alla nostra salute e alla nostra identità individuale e sociale.

Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2019/08/nervo-vago-emozioni/

Bibliografia

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Contenuto redatto da Alfredo Lerro (detentore del brevetto AtlantoVib) e verificato dal prof. Daniele Raggi: dottore in scienze motorie, fisioterapia e scienze quantistiche, master in posturologia presso La Sapienza di Roma. Diplomi: Mézière, massofisioterapia biennale e triennale, idromassoterapia MCB con competenza in biorisonanza, mental coach e Back School. Specializzato in riflessologia plantare e nel metodo Feldenkrais. Ideatore e detentore del brevetto di Pancafit, Pancafit Vertical, KRM e altri dispositivi, nonché del percorso di meta-posturologia, della respirazione energetica e della tecnica delle costellazioni relazionali. Docente in vari master universitari di 1º e 2º livello, docente presso la scuola MCB e fondatore della scuola Raggi Method. Svolge attività di consulente in posturologia clinica per studi odontoiatrici. Precedentemente docente presso la 1ª facoltà di medicina e chirurgia de La Sapienza di Roma, reparto di medicina fisica sperimentale.

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