Nel corso degli anni, Mauro ha subito diversi traumi da caduta durante le gare, fortunatamente senza apparenti conseguenze gravi. Tuttavia, è stata la pressurizzazione di un aereo, a sua memoria, a scatenare una serie di disagi. Una volta arrivato a destinazione, la sua vita è cambiata all'improvviso: un grave episodio di instabilità nella deambulazione, accompagnato da vomito e perdita di coscienza, ha reso necessario il ricovero ospedaliero sul posto.
Le cure ricevute hanno permesso di stabilizzare la situazione, ma lo hanno costretto a rimandare il rientro in patria. Nonostante tutti gli accertamenti neurologici e vestibolari e una terapia farmacologica mirata a contenere gli attacchi più acuti, i sintomi non hanno mostrato miglioramenti significativi.
E da lì è iniziato il declino. Giorno dopo giorno, si è ritrovato a perdere pezzi di vita. Guidare? Impossibile. Doveva farsi accompagnare ovunque dal padre o dalla compagna. Seguire la sua officina? Sempre più difficile. La sua attività era ormai sull’orlo del fallimento. Il matrimonio? Logorato da un male invisibile e inarrestabile.
Me lo ricordo come fosse ieri. Occhi chiari, un viso scavato dalla fatica, un sorriso sincero ma spezzato. Il corpo, esile, segnato da un dimagrimento forzato. La pelle, chiara con sfumature grigiastre attorno agli zigomi. E poi la stretta di mano, e quell’accento caldo, familiare, rassicurante, tipico della sua terra… come se fosse lui a dover dare coraggio a me, e non il contrario.
Le aveva provate tutte. Ma proprio tutte. Si era affidato a cure di ogni genere, dalla medicina tradizionale ai metodi alternativi. Ma niente, era ancora lì, intrappolato in un incubo senza via d’uscita.
Eseguo la valutazione: l'Atlante è marcatamente disallineato. Procediamo con le foto posturali, seguite dalla preparazione muscolare tramite massaggio con i dispositivi AtlantoVib e infine dalla correzione della vertebra.
Rifacciamo le foto posturali e subito noto un cambiamento evidente: la posizione del capo e del bacino appare finalmente allineata alla linea mediana tracciata dal laser del sistema di misura.
Non mi accade spesso, ma quella sera mi trascinai dietro il peso di questa storia fino a notte fonda. Il giorno dopo ne parlai perfino con mia moglie, come se sentissi il bisogno di condividere il dispiacere che provavo per la condizione e le vicissitudini di Mauro.
Seconda seduta
Circa due mesi dopo arriva il giorno del controllo. Finita la pausa pranzo, mi appresto a risalire in studio quando, nel parcheggio accanto a un’auto bianca, vedo un signore brizzolato che mi sorride e un ragazzo che scende dal posto di guida. È Mauro, con suo padre! Con passo spedito vengono verso di me, puntuali e pronti per la seconda seduta. Scatta un abbraccio liberatorio che lascia presagire il meglio.
A 20 giorni dal trattamento, dopo una fase di adattamento del corpo, Mauro non è più svenuto. È tornato a guidare e a lavorare, salvando così la sua officina dalla chiusura. Le vertigini si sono ridotte drasticamente, sia in frequenza che in durata, fino a diventare quasi impercettibili. Ora ha ritrovato sicurezza, autonomia e la possibilità di vivere finalmente senza la costante paura di un nuovo episodio.
Questa è la parte più bella del trattamento e del mio lavoro: quando, dopo mesi, arriva il momento di ascoltare cosa ha da raccontare chi, un tempo, viveva intrappolato nel proprio malessere. È sempre emozionante.
Davide Colombo