Ernia discale
L’ernia discale è una delle condizioni più comuni e dolorose che coinvolgono la colonna vertebrale. Si verifica quando l’anello fibroso esterno si rompe e il nucleo polposo fuoriesce, comprimendo nervi nel canale spinale. Colpisce principalmente nella terza e quarta decade di vita, con incidenza leggermente maggiore nei maschi. È più frequente nelle regioni lombare e cervicale, molto meno in quella dorsale. A renderla tanto frequente contribuisce anche il fatto che i dischi intervertebrali, pur essendo strutture elastiche e resistenti, possono essere sottoposti a sollecitazioni estreme, arrivando a sostenere carichi fino a 800 kg.
Le recidive dopo il primo episodio sono frequenti anche in caso di terapia o chirurgia. Intervenire precocemente con modifiche posturali e attività mirate può fare la differenza.
I fattori di rischio principali
I principali elementi che aumentano il rischio sono:
- vita sedentaria;
- sovrappeso;
- microtraumi ripetuti;
- posture scorrette o assunzione non uniforme dei carichi sulla colonna.
In condizioni ottimali, il peso viene distribuito uniformemente su tutta la superficie del disco. Tuttavia, questo equilibrio può venire meno in presenza di asimmetrie posturali, come quelle generate dal disallineamento della prima vertebra cervicale: l’Atlante.
Il ruolo dell’Atlante
Quando l’Atlante è disallineato rispetto al cranio, si innescano una serie di compensazioni che coinvolgono l’intera colonna. Una delle più comuni è l’asimmetria del bacino: in questo scenario, il carico corporeo tende a concentrarsi su un’unica zona del disco intervertebrale, aumentando progressivamente l'usura e il rischio di ernia.
Se alla disfunzione posturale si aggiunge anche una lordosi accentuata (curvatura anomala della colonna), la situazione si aggrava ulteriormente: la distribuzione dei carichi si fa ancora più squilibrata, aumentando il pericolo di danneggiamento discale.
Tensioni muscolari e degenerazione dei dischi
Il corpo tenta di compensare lo squilibrio posturale attraverso una contrazione muscolare continua e anomala. Questo irrigidimento limita la mobilità della colonna e riduce lo spazio disponibile tra i dischi, causando un aumento costante della pressione sugli stessi.
In condizioni normali, il disco si rigenera parzialmente durante il riposo notturno. Ma quando la tensione muscolare resta elevata anche in posizione distesa, il processo rigenerativo viene ostacolato, favorendo così la degenerazione e la comparsa dell’ernia.
Una soluzione naturale e preventiva
Intervenire precocemente sull’allineamento dell’Atlante può contribuire a migliorare la postura e ridurre la tensione muscolare cronica. Il metodo AtlantoMed, privo di rischi e di farmaci, si pone come valido supporto per ridurre i fattori che aumentano il rischio di ernia discale.
Agendo alla radice dello squilibrio, la correzione dell’Atlante favorisce una distribuzione più armoniosa dei carichi sulla colonna, con benefici anche nella prevenzione di recidive o degenerazioni future.
Secondo uno studio di efficacia, oltre il 75 % ha riportato un miglioramento significativo dopo la correzione dell’Atlante, anche nella postura e nel dolore correlato a ernia discale. In molti casi si osserva una diminuzione del rischio o remissione spontanea dell’ernia cervicale o lombare grazie alla migliore ripartizione dei carichi.
AtlantoMed può rappresentare una scelta utile non solo in presenza di disagi strutturali, ma soprattutto in un’ottica di prevenzione dell’ernia discale, grazie alla sua capacità di intervenire sul disallineamento vertebrale, diminuire le contratture muscolari e migliorare l’equilibrio complessivo del corpo.
L’ernia discale è una condizione diffusa e recidivante che spesso dipende da squilibri articolari e posturali. Approcci conservativi classici sono efficaci nella maggior parte dei casi, ma agire sulle cause strutturali come fa AtlantoMed, può aumentare le probabilità di stabilità nel tempo.
Prosegui nella lettura: ernia discale
Videointervista ernia discale
racconti dopo il riallineamento dell'Atlante